Elly Schlein è stata scelta come nuova segretaria del Partito Democratico. Ora la attendono sfide complesse: ricompattare il partito attorno alla sua figura e fare del PD il partito più votato alle elezioni europee 2024.
Elly Schlein, sconfessando i pronostici, è risultata vincente nello scontro con Bonaccini per la segreteria del Partito Democratico. Oltre un milione di persone hanno espresso la propria preferenza ai gazebo presenti in tutta Italia e Schlein, con il 53,8% dei voti, è diventata la prima segretaria donna del partito.
“Mi aspetto un’opposizione durissima” ha detto Meloni, congratulandosi per la vittoria.
Inizialmente il favorito era da subito parso Stefano Bonaccini. Il Presidente dell’Emilia-Romagna, infatti, aveva vinto il primo scontro con gli altri tre candidati alla segreteria. Nei congressi di circolo, riservati ai soli iscritti, i risultati erano stati i seguenti: De Micheli 4,3%, Cuperlo 8%, Schlein 34,9% e Bonaccini 52,9%. L’esito delle primarie sembrava quindi già scritto, ma determinante è stato il voto dei non iscritti al partito.
Per la prima volta, infatti, il voto nei gazebo è stato diverso da quello espresso nei circoli. Questo, unito al fatto che la vittoria di Schlein non è stata dirompente, andrà necessariamente ad influenzare sua strategia.
La neosegretaria ha raccolto molti consensi nelle grandi città. A Roma più del 60% dei votati l’ha scelta, così come a Milano (69%), Genova (70%) e Trieste (74%). In generale, Schlein ha saputo intercettare il voto degli elettori nelle regioni del Nord surclassando Bonaccini, mentre quest’ultimo ha avuto risultati ragguardevoli al Sud, dove era sostenuto da diversi governatori di regione. De Luca in Campania ed Emiliano in Puglia, infatti, avevano espresso netta preferenza per il presidente dell’Emilia-Romagna.
Anche in Trentino-Alto Adige Schlein è risultata vincente raccogliendo il 63% dei voti, sconfessando anche in questo caso il voto dei circoli. Il neoeletto segretario provinciale Dal Rì aveva sostenuto Bonaccini alla corsa per la segreteria nazionale, e ha sottolineato come la sfida per Schlein sarà tenere unite tutte le anime del partito. “È incerto quello che succederà nel centrosinistra” ha dichiarato al Dolomiti.
Una dei primi interventi interni al partito potrebbe essere proprio quello di rassicurare la parte più moderata. “Tenere insieme la comunità è fondamentale” ha dichiarato Schlein dopo il passaggio di consegne con Enrico Letta. Alcune figure di spicco del PD avevano infatti già esternato le proprie perplessità sulle conseguenze che la sua eventuale vittoria avrebbe comportato.
Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori aveva espresso dubbi sulla propria permanenza nel partito nel caso in cui le posizioni su lavoro e guerra in Ucraina fossero cambiate. Fioroni, ex ministro dell’Istruzione, ha invece già annunciato che abbandonerà il PD per fondare un nuovo movimento: “Piattaforma popolare”.
Il Terzo Polo sembra essere in fermento. “Si apre una stagione molto interessante per i riformisti” ha detto Maria Elena Boschi, esponente di spicco di Italia Viva.
Secondo Renzi e Calenda, infatti, uno spostamento del PD a sinistra porterebbe molti più voti ad una realtà riformista e centrista. Non c’è però ancora un accordo sulla fusione tra IV e Azione per formare un partito unico. Inoltre, i risultati deludenti delle regionali - soprattutto in Lombardia dove era candidata Letizia Moratti – lasciano più di qualche incertezza sul ruolo che un partito centrista in Italia possa ricoprire.
Elly Schlein, dal canto suo, punta a recuperare consensi, con l’obiettivo dichiarato di fare del PD il primo partito alle elezioni europee 2024. Pochi giorni fa ha telefonato al presidente del M5S Giuseppe Conte, con il quale auspica di fare fronte comune sui temi a loro affini.
“Sul salario minimo non possiamo più attendere. Mi confronterò con Schlein” ha detto Conte all’ANSA.
Durante il suo primo discorso, la neosegretaria ha delineato le priorità del suo mandato: lotta al lavoro precario con abolizione degli stage gratuiti, riforma del regolamento di Dublino e conseguente abolizione della Bossi-Fini, impegno per la transizione ecologica. Si è scagliata in modo deciso contro il Jobs Act votato dal governo Renzi, così come ha proposto l’introduzione di una settimana lavorativa corta su modello degli esperimenti che si stanno conducendo in Europa.
Schlein può contare sul sostegno di figure importanti del partito, come Dario Franceschini e Andrea Orlando. Anche Francesco Boccia, che più di altri aveva sostenuto la necessità di coalizzarsi con i 5 Stelle alle politiche dello scorso anno, è stato uno degli artefici della sua vittoria, così come Marco Furfaro, coordinatore della campagna della segretaria. La domanda che si pongono alcuni analisti è quanto Schlein riuscirà ad essere autonoma nelle decisioni rispetto ai capi-corrente che l’hanno sostenuta, così come non è chiaro cosa succederà al Parlamento europeo, dove quasi tutto il gruppo del PD ha sostenuto Bonaccini.
Il lavoro che aspetta la segretaria del PD è gravoso e gli obiettivi sono senza dubbio ambiziosi. Vedremo se riuscirà a portarne a termine almeno alcuni dei più significativi, e se il PD, unito e compatto, riuscirà a tornare ad essere un partito di primo piano nella politica italiana ed europea.
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