Il Time Magazine ha scelto il volto di Olga Rudenko per la prestigiosa copertina del settimanale dedicata ai “Next Generation Leaders”
“Se mi aveste vista a 14 o 15 anni non vi sareste mai aspettati di vedermi a capo di qualcosa”
La storia di Olga Rudenko inizia come quella di tanti giovani aspiranti giornalisti. Il suo primo articolo “fu un disastro” ricorda: un’intervista sopra le righe in cui aveva rivelato alcune (forse troppe) indiscrezioni.
Oggi è giornalista e direttrice del giovanissimo Kyiv Indipendent, miracolo editoriale dell’anno. Il giornale che in soli sei mesi è riuscito a diventare la principale fonte mondiale di notizie affidabili in lingua inglese sulla guerra in Ucraina.
Una sfida quasi impossibile, aprire un giornale indipendente a Kiev, durante i mesi dell’assedio. Nel mezzo dei bombardamenti e della devastazione causata dall’invasione russa, raccontare la verità senza compromessi. Per questo motivo il volto di Olga è stato scelto per la copertina del Time Magazine, dedicata ai leader della prossima generazione.
Ma chi è davvero Olga Rudenko?
Appassionata di giornalismo fin da bambina, trova lavoro a Dnipro, dove capisce ben presto che le dinamiche di una piccola testata non coincidono con la sua idea di fare giornalismo indipendente.
Così a vent’anni entra nella redazione del Kyiv Post, l'unico quotidiano in lingua inglese dell'Ucraina all'epoca e in pochi anni conquista i lettori diventando vicecapo direttore nel 2017.
Ma nel 2021 Rudenko accetta una borsa di studio presso lo Stigler Center dell'Università di Chicago e al Kyiv Post crescono le tensioni tra lo staff di giornalisti e il nuovo editore, determinato a sopprimere la pubblicazione di articoli troppo critici nei confronti del presidente Zelensky, licenziando chiunque cercasse di opporsi.
Così, in nome della libertà di espressione, è nata l’idea di fondare l’Indipendent Kyiv che in soli sei mesi ha raggiunto il successo internazionale, proprio mentre l’Ucraina si preparava ad affrontare la minaccia dell’invasione Russa.
«Noi siamo la finestra ucraina affacciata sul mondo», ha raccontato Olga nella sua intervista, “Stiamo iniziando questo progetto ambizioso basato su valori in cui crediamo davvero e lo stiamo facendo nello stesso momento in cui il nostro Paese sta combattendo questa guerra per la sopravvivenza".
Un compito non facile a causa delle forti emozioni, del ritmo incessante degli eventi e della moltitudine di notizie false e propaganda che circolano in maniera incontrollata.
"Separare i fatti dalle opinioni quando il tuo paese è in guerra, è un compito molto difficile", confessa Rodenko che non accetta di arrendersi alla violenza.
Per fare questo mestiere, oggi più che mai occorre una grande dose di coraggio e responsabilità: "Fare informazione è sia una benedizione che una maledizione".
“È una maledizione perché non puoi spegnere il telegiornale. Il tuo compito è guardare le atrocità, ogni foto di un morto a Bucha, ogni civile ucciso con le mani legate dietro la schiena, ogni foto orribile di una fossa comune: non puoi andartene.
Ma fare il giornalista significa anche trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo: l’informazione diventa uno strumento di denuncia, un’arma contro le ingiustizie.
In un conflitto che ha già ucciso almeno 18 giornalisti la storia dell'Independent Kyiv e di Olga sono l’esempio della perseveranza dei reporter ucraini durante l’invasione del loro Paese. A loro è stata assegnata anche una menzione speciale del Premio Pulitzer, come riconoscimento da parte di tutto il mondo dell’informazione.
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