Le restrizioni anti-Covid stanno tenendo lontano il pubblico dai luoghi della cultura. In Olanda Van Gogh Museum si trasforma in un centro estetico per protesta.
Trucco, unghie e messa in piega a regola d’arte. Pensare di andare al museo e ritrovarsi in un salone di bellezza. Questa la singolare protesta del famoso Van Gogh Museum di Amsterdam che, insieme ad altri musei e centri culturali del Paese, il 20 gennaio ha riaperto offrendo al pubblico manicure e tagli di capelli ispirati alle opere in esposizione.
Una protesta che nasce per evidenziare le contraddizioni delle misure anti-covid sostenute dal governo olandese. Musei e luoghi di intrattenimento non possono aprire, a differenza di palestre, centri estetici e parrucchieri.
“In questo Paese il nostro governo ha detto che i nails bar e i barbieri, i parrucchieri e le palestre possono aprire, ma il settore culturale è chiuso, noi volevamo fare capire che una visita al museo è sicura ed altrettanto importante quanto andare in un salone di bellezza, forse di più... Chiediamo al governo solo di essere coerente.”
Queste le parole di Emilie Gordenker, direttrice del Museo Van Gogh.
Le limitazioni imposte alle attività museali hanno colpito anche l’Italia, dove 4 italiani su 10 hanno smesso di frequentare i luoghi dell’intrattenimento e della cultura a causa del Covid. Lo rivela un’indagine dell’Osservatorio Hybrid Lifestyle di Nomisma, in collaborazione con Crif.
La paura del contagio e le mancate opportunità durante l’anno hanno determinato un crollo della presenza dei visitatori del 70 per cento con una perdita pari a -56 milioni di euro.
Al campione è stato chiesto di esprimersi anche in merito alle misure che possono incentivare un ritorno ai luoghi della cultura: il 44% chiede una maggiore attenzione alla sicurezza e sistemi di aiuto economici come il bonus cultura esteso a tutta la popolazione.
Questi suggerimenti sembrano non essere stati colti dalla politica che nell’ultimo anno ha messo in atto misure insufficienti per il rilancio del settore, spesso considerato come “meno essenziale”.
Ma, come hanno cercato di dimostrare i musei olandesi, non bisogna dimenticare che anche i bisogni intellettuali sono fondamentali per il benessere della persona. Chissà se alla luce di queste considerazioni i governi torneranno ad inserire la cultura in cima alla lista delle priorità.
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