Il rapido progresso digitale ha profondamente modificato i modi in cui lavoriamo, comunichiamo e trascorriamo il tempo libero. I genitori nati tra gli anni ‘50 e ‘70 sono stati testimoni di un cambiamento rapidissimo e radicale delle capacità dei computer, assistendo alla loro diffusione capillare in ogni ambito lavorativo e personale. I loro figli sono spesso nativi digitali, che se non sono nati già con uno smartphone in mano l’hanno potuto scoprire durante l’adolescenza. Ecco che allora oggi vediamo le generazioni più giovani insegnare ai propri genitori e nonni come navigare il complesso mondo digitale in cui siamo immersi.
Ma come ha vissuto le nuove sfide educative poste dal progresso digitale la generazione di genitori che con internet ha dovuto lentamente imparare a convivere? Come è mutato il rapporto coi loro figli rispetto a quello che avevano con i propri genitori, prima dell’avvento massiccio del digitale? Cosa vuol dire essere genitori oggi? Attraverso un breve questionario abbiamo cercato di farcene un’idea.
Hai uno smartphone?
N, P, I: Sì.
Quando hai comprato il tuo primo cellulare? Come è successo?
N: Nel 1996, facevo il corriere e mi serviva più che altro per una sicurezza personale visto che ero sempre in giro per strada.
P: Tanti anni fa, mia moglie era in vacanza con i figli piccoli ed era un modo per rimanere in contatto.
I: Intorno al 2000, perché molte persone ce l'avevano e un cellulare mi permetteva di contattarle più velocemente.
A che età hanno avuto il loro primo cellulare i tuoi figli? Come ti sei sentito/a a riguardo?
N: A 14 anni. Forse era più che altro per una sicurezza nostra il fatto che si potesse comunicare velocemente in caso di bisogno.
P: A 16 il primo e a 14 il secondo, tutto bene.
I: Verso i 12 anni, mi sono sentita più sicura e tranquilla per la sua sicurezza perché con il cellulare poteva contattarmi in qualunque momento.
Ti sembra che le generazioni di oggi abbiano perso qualcosa rispetto alla tua? Hanno guadagnato qualcos’altro invece?
N: Le cose cambiano, i tempi cambiano, forse stanno meno all’aria aperta… però secondo me sono più svegli e intelligenti.
P: Perso lo stupore guadagnato non saprei.
I: Perso nei rapporti sociali, ora sono più isolati. Guadagnato forse una visione più ampia del mondo.
Qual è stata secondo te la più grande sfida educativa che hai dovuto affrontare rispetto all’uso di smartphone, videogiochi, computer ecc.?
N: Forse visto che non sono tanto vecchio sono riuscito a stare al passo con la crescita tecnologica, non avendo avuto tante difficoltà.
P: Limitarne l'abuso… [di videogiochi e cellulare]
I: Limitare il tempo dei videogiochi, perché mio figlio ha avuto accesso a internet più tardi, in adolescenza.
Si pensa che ormai le generazioni precedenti non abbiano quasi più nulla da insegnare ai nativi digitali. C’è qualcosa invece che secondo te i giovani possono ancora imparare dai propri genitori?
N: Secondo me i genitori dovrebbero seguire ed insegnare ai propri figli che su internet ci sono mille truffe e mille trabocchetti, stando attenti a fornire i propri dati.
P: Forse la pazienza perché l'esperienza sembra non contare più nulla…
I: Penso che possiamo ancora insegnare ai nostri figli come relazionarsi al meglio nei rapporti interpersonali, soprattutto faccia a faccia.
Queste poche risposte delineano già un quadro piuttosto complesso. Se c’è chi ha avuto difficoltà a gestire le nuove abitudini portate da videogiochi e smartphone, i genitori più giovani o interessati hanno anche saputo adattarsi alle nuove tecnologie, avendo anzi modo di conoscerle ed utilizzarle a propria volta. Possiamo ricavare inoltre il fatto che l’adozione delle nuove tecnologie sia spesso stata dettata dalla necessità o anche dalle nuove possibilità offerte dalla comunicazione a distanza.
Se dunque per alcuni le tecnologie digitali hanno rappresentato e rappresentano una necessità con cui fare i conti, per altri sono state anche un’opportunità per provare esperienze nuove. Questi ultimi sono anche più inclini a riconoscere ai nativi digitali delle qualità positive come il pensiero critico e la capacità di reperire e valutare le informazioni dalla rete, capacità che l’educazione di oggi dovrebbe sostenere e rafforzare. Al contrario chi sembra esprimere un rapporto in qualche modo più passivo con il cambiamento tecnologico sembra anche evidenziare maggiormente il disincanto che il web avrebbe provocato nei ragazzi verso il mondo.
Essere genitore oggi è dunque ancora una sfida aperta. Sotto la costante minaccia del cambiamento tecnologico il genitore cerca nuovi punti saldi, individuandoli nell’aiutare i figli a trovare il proprio posto nel mondo e a muoversi in maniera sicura e decisa nel vasto mondo del Web. Se un genitore imparerà dai propri figli come si condivide un’immagine o come si scrive un post, potrebbero essere invece i figli ad imparare dai genitori che cosa sia meglio condividere pubblicamente e di che cosa valga davvero la pena parlare.
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