Caldonazzo può vantare una Giunta comunale dalla forte impronta femminile, che nel suo piccolo bilancia i numeri di una politica spesso appannaggio di soli uomini. Abbiamo avuto l’opportunità di sederci a un tavolo con la Sindaca Elisabetta Wolf, la Vicesindaca Erica Mattè, l’Assessora Paola Scarnato e il Segretario comunale Nicoletta Conci. Con loro abbiamo parlato di politica, partecipazione femminile e prospettive presenti e future per l’Amministrazione di Caldonazzo.
Solo 1 sindaco su 7 è donna in Italia. Da donne delle istituzioni, quali sono gli ostacoli e cosa si può fare per promuovere la partecipazione femminile alla politica?
EW: «Innanzitutto è fondamentale la partecipazione a qualsiasi dibattito sul territorio. Poi deve nascere la consapevolezza nelle donne, devono credere nella capacità di riuscirci.
Sono in primis le donne a doverci credere, a sviluppare autonomamente la passione nella politica e non essere coinvolte solo per la quota rosa e quindi per un numero. Fare qualcosa per il proprio territorio è molto bello e le donne lo sanno poiché tutti i giorni fanno politica fuori dai palazzi e la fanno molto bene. Con un po’ di consapevolezza in più la potranno fare anche all’interno delle strutture classiche.
Io personalmente credo molto nelle donne, dovremmo concepire la nostra presenza all’interno della sfera politica come un fenomeno puramente normale.»
PS: «Gli ostacoli possono essere legati al desiderio di avere una famiglia e quindi di dover coniugare non solo lavoro e famiglia, ma anche politica. Con la voglia e la passione il tempo però lo si trova. Anzi, magari è proprio durante il lavoro che nascono delle idee che potrebbero essere interessanti per il tuo Comune. I figli in tutto questo si adeguano, anche se spesso il carico di lavoro mentale che ci si porta a casa è notevole. Se lo si fa con convinzione e passione, ce la si fa!»
EM: «Per il coinvolgimento delle donne è necessario partire dai giovani, far capire loro che possono avere un ruolo importante nella società, facendo informazione proprio anche all’interno delle scuole. Questo è fondamentale poiché non tutte riescono a individuare nella donna una persona che possa far politica.
Sicuramente quando si ha famiglia è difficile. Parlando in prima persona, ho dovuto sacrificare qualcosa. Allo stesso tempo però ricavo molte soddisfazioni dalla mia attività politica, soprattutto in questo periodo: con un sindaco donna che capisce i problemi a 360 gradi, con cui mi trovo benissimo e verso la quale nutro molta stima. È molto importante anche avere un compagno accanto che sappia sostenerti poiché laddove non arriva la donna nella gestione della vita famigliare, deve arrivarci l’uomo.»
Dove si collocano le quote rosa in questo discorso e quale è stato il loro peso nella composizione della Giunta qui a Caldonazzo?
EW: «Le quote rose sono uno strumento importante, ma non sufficiente. Non si tratta solo di avere un numero: ci vuole partecipazione e una certa forza nel portare avanti le proprie idee. Non si può negare che la questione delle quote rosa ha permesso l’avvio di un processo: grazie alle quote rosa c’è stata una migliore rappresentatività delle donne all’interno degli organi, ma non è sufficiente, deve nascere la passione.
Ci tengo a precisare che credo nell’equilibrio della presenza maschile e femminile in politica così come in qualsiasi altro nucleo, in famiglia, a scuola… Con la consapevolezza che siamo diversi e che la nostra forza sono proprio l’unicità e la diversità.
La donna è generalmente predisposta all’ascolto e ai bisogni sociali, ai bisogni dell’altro. Se amministra per sete di potere, sta probabilmente seguendo una strada che non è la sua. La donna è gratificata nell’aiuto. Nonostante la mia determinazione, a me piace molto lavorare in gruppo. La politica per me è sempre stata una passione. Ho sempre nutrito il desiderio di capire come poter intervenire per migliorare qualcosa. A volte ce la faccio, a volte no. Le dinamiche spesso sono complesse e non si riesce ad agire come si vorrebbe, ma do tutta me stessa per poter attuare dei cambiamenti.»
Questa è una Giunta dalla forte componente femminile. Questo fattore che impronta lascia negli obiettivi che vi siete preposti?
EW: «Nei nostri obiettivi, noi abbiamo sempre pensato la persona al centro, la persona in qualsiasi fase della vita e di conseguenza siamo molto attenti a quelli che sono i servizi.
Ho fatto per molti anni parte dell’Amministrazione comunale come assessore alle politiche sociali, ed è entrando direttamente in contatto con i bisogni della persona che ho cercato di svolgere il mio lavoro.
Il punto più importante è per me proprio questo: contribuire a creare un paese dove l’umanità e l’ascolto siano al centro. In quanto donna, mi gratifica sostenere o realizzare quei servizi alla famiglia che sono per un Comune gli obiettivi principali. In particolare, in questo momento di difficoltà e di delicatezza, la presenza è molto importante.»
Sindaca e Vicesindaca, com’è il rapporto tra di voi, a questi livelli della vita comunale?
EW: «Siamo molto affiatate, molte unite: siamo consapevoli che l’unione che c’è tra noi è una parte molto forte nel nostro lavoro. Sia il Vicesindaco che l’Assessore sono figure femminili che non ambiscono alla carriera e al successo, ma hanno una famiglia e cercano un equilibrio tra vita professionale e personale. Con il Vicesindaco c’è un rapporto di amicizia: abbiamo caratteri diversi, ma proprio per questo complementari. Tra noi c’è uno scambio e un ascolto reciproco molto bello, c’è confronto e rispetto.»
EM: «Posso aggiungere solo una cosa: è grazie a Elisabetta se sono entrata in politica, se non si fosse candidata lei non mi sarei candidata io. Credo infatti nell’importanza della fiducia nei confronti della persona che ti guida, altrimenti rischi di scontrati continuamente.»
Vicesindaca Mattè, lei ha tre figli e un incarico di non poco conto. Spesso c’è chi si trova, volente o nolente, a dover fare una scelta tra vita lavorativa e famigliare. La sua esperienza?
EM: «Ammetto che con tre figli non è sempre facile. Però noto con piacere che ora che sono in età adolescenziale cominciano a capire l’importanza della presenza della donna in ambito politico e sono felici quando vedono che le cose funzionano.»
Sappiamo che ha convogliato molte energie nella progettazione turistica riguardante il lago, ce ne può parlare?
EM: «Stiamo cercando di fare un discorso di riqualificazione di una zona fronte lido con un parcheggio, per ultimare i lavori cominciati dall’amministrazione precedente e per far sì che ci sia un interscambio tra la gente che frequenta il lago e quella che frequenta il centro. Cerchiamo così un coinvolgimento maggiore delle due parti alle attività proposte in paese e sul lago.»
Assessora Scarnato, credo non ci sia nessuno più indicato di lei per rispondere alla seguente: com’è lo stato di salute del Bilancio Comunale?
PS: «Lo stato di salute è ottimo! Il bilancio è a posto, anzi abbiamo un piccolo avanzo del 2020 che ci dà molta speranza per i futuri progetti. Abbiamo un fondo solido per poter fare progetti anche più impegnativi e nuovi per permettere alla comunità di crescere meglio. Poi abbiamo un Sindaco che ha sempre mille idee: non sarà un problema sapere dove e come spenderli!»
In che termini definirebbe il livello di benessere qui nel Comune di Caldonazzo? E quale è l’impatto dei cittadini, come contribuiscono attraverso la loro partecipazione alla qualità della vita?
PS: «Caldonazzo conta molte famiglie, tante anche di nuova residenza, che si trasferiscono qua perché è di fatto più vivibile della città.
È una comunità che ha tantissime associazioni sul territorio, ciò significa che la gente è parte attiva e si muove per il benessere di tutti. Ci sono associazione che si occupano di anziani, di giovani, di bambini, di cultura, di una parte più ricreativa, di sport.
C’è insomma molta partecipazione da parte della cittadinanza. Anche gli eventi sono tantissimi, nonostante abbiamo dovuto limitarli causa Covid. Speriamo comunque di poterli ripromuovere tutti adeguatamaente.
Abbiamo appena concluso il “Restate con noi” che è un’attività organizzata dal Comune proprio per le famiglie e i bambini. C’è stata un’altissima partecipazione e durante la serata finale sono stati in molti a ringraziarci, non solo tra gli abitanti di Caldonazzo ma anche tra coloro che trascorrono qui soltanto l’estate.»
EW: «Caldonazzo è un paese con una bella vena creativa: ci sono molti musicisti, pittori, scultori… Purtroppo chi viene da fuori non sempre conosce le associazioni e quindi gli eventi che vengono proposti.
Uno degli obiettivi che ci poniamo è infatti proprio quello di conoscere le famiglie di nuova residenza, le giovani coppie, proprio per accompagnarli, far conoscere le possibilità che può offrire il territorio, anche a livello di associazioni. Spesso si dà per scontato che la gente sappia, ma non è sempre così.»
Restando in questo ambito, stringiamo il focus sulle politiche sociali. In che direzione si muove e che obiettivi si è posta la presente Giunta in merito?
PS: «Quando abbiamo preparato il nostro programma, abbiamo prestato un’attenzione alla popolazione più anziana. Le varie fasce d’età sono abbastanza coperte, manca un più ampio spazio dedicato agli anziani. C’è infatti solo un centro diurno che però copre solo qualche giornata.
Ci piacerebbe poter offrire un servizio quanto meno settimanale per dare un po’ più di respiro alle famiglie che hanno queste esigenze. Lo spazio ce l’abbiamo e faremo in modo di poter fare qualcosa di più.»
Caldonazzo, Calceranica e Tenna. Comuni sicuramente vicini, ma a loro modo distinti per vari aspetti e criticità. Dottoressa Conci, com’è misurarsi con il ruolo di Segretario comunale in tutti e tre?
NC: «Operando nella gestione associata si cercano di creare delle sinergie tra le tre realtà comunali. Questo è la sfida più consistente ma anche più interessante: permette di prendere le qualità di ogni comune per portarle negli altri. Un lavoro di importazione e di esportazione. È sicuramente faticoso, ma un’occasione importante di crescita per i dipendenti.»
E in questo incarico, confrontarsi con un Sindaco uomo o donna comporta delle differenze?
NC: «Finora mi sono sempre confrontata tanto con sindaci uomo che donna. Le differenze ci sono, ma non sono problematiche se si sanno cogliere le differenze: vi sono infatti differenze comunicative, nelle modalità di approccio burocratico e politico, tematiche più affini agli uni o agli altri. Ma questa differenza è senz’altro un valore aggiunto.»
Perché ha scelto questo territorio?
NC: «Sono approdata qui nel 2019 e sono quindi all’inizio della gestione associata. È un incarico che ho vinto con la mobilità e la scelta è stata dettata dal desiderio e dalla necessità di avvicinarmi al mio centro di interesse e di vita che è la Valsugana. Per ragioni lavorative, ho girato molto per il Trentino e ora avevo voglia di tornare alla base, essendo io originaria di questa zona.»
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