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Ambra Proto

Bed & Bookfast, soggiorni letterari

Corsi di scrittura, collaborazioni giornalistiche, conferenze e molto altro ancora; questo è ciò che lo Marco Pontoni chiama “Bed&Bookfast”.

Marco Pontoni, giornalista e scrittore nato del Südtirol, ci racconta la sua idea di aprire un agritur a tema letteratura. Qualcosa di innovativo, in grado di attirare non solo gli appassionati, ma anche i curiosi, che avranno voglia di vivere un soggiorno originale.

 

Da dove nasce l'idea di aprire uno spazio culturale, che sia una sorta di BnB a tema libri?

«L’idea è nata durante il primo lockdown. A monte c’era il desiderio, comune a molti, di “cambiare vita”, provare nuove strade. Io e la mia compagna amiamo i libri, io potevo portare in dote anche la mia esperienza di giornalista e scrittore, lei quella maturata lavorando in un agritur in Trentino. La soluzione, ci siamo detti, poteva essere un “Bed & Bookfast”, come chiameremo il nostro BnB, che contiamo di aprire entro giugno o luglio, in Umbria, a Mercatello di Marsciano. Sarà una struttura che oltre alla ricettività propone anche delle attività culturali, come conferenze, corsi di scrittura, e soprattutto molti libri.»


Come lo immagina e soprattutto, spera di attirare anche persone che normalmente non sono grandi fruitrici di libri? Ci racconti.

«Sarà naturalmente una struttura aperta a tutti, dove cureremo i dettagli – l’arredo, le colazioni e così via – in modo tale da venire incontro alle esigenze di ogni tipo di visitatore, dall’appassionato dei paesaggi e dell’arte umbra al cicloturista o all’amante dei trekking. Al tempo stesso proporremo qualche lettura, qualche piccolo corso, anche giochi a tema, attività non necessariamente “complesse”, che possano incuriosire anche chi normalmente non legge. Non siamo dei fanatici, ci mancherebbe; però ci riconosciamo nelle parole spese dal presidente della Repubblica Mattarella qualche tempo fa, sull’importanza dei libri e della lettura nelle nostre vite.»


In una società che va così veloce, avere un'idea alternativa come la sua, significa in un certo senso rallentare il tempo. Quanto è importante l'arte al giorno d'oggi e perché?

«A me sembra che proprio la velocità dei nostri tempi abbia sviluppato un bisogno di “lentezza”, o di profondità. Personalmente a volte apprezzo la velocità, ad esempio quando bisogna sbrigare una pratica burocratica! Ma dedicarsi all’arte o alla letteratura significa anche, come dice giustamente lei, rallentare, concentrarsi, e soprattutto aprirsi. A volte non è necessario mettersi lì a fare lunghi studi: l’illuminazione, l’ epifania, come la chiamava Joyce, può arrivare in un attimo, contemplando un dipinto di Giotto o del Perugino o facendo una passeggiata fra gli ulivi. L’importante è essere un po’ predisposti ad accoglierla, o educarsi a farlo. Coltivare la propria dimensione emotiva e sentimentale.»


Vuole dirci qualcosa di più del suo libro "Tra noi uomini"? Com'è nato e da dove ha preso ispirazione?

«“Tra noi uomini” ha per tema l’amicizia maschile, fra persone che appartengono anche a generazioni diverse. L’idea è venuta, oltre che da esperienze personali, leggendo molti romanzi contemporanei che mettono al centro personaggi femminili, penso ai libri di Annie Ernaux, Rachel Cusk, anche di Elena Ferrante (all’ “Amica geniale” abbiamo dedicato una camera del nostro BB). Mi sembrava che questi fossero in genere molto ben delineati, mentre spesso i personaggi maschili vengono ricondotti agli uomini di cui veniamo a sapere attraverso la cronaca: uomini aggressivi, violenti, oppure deboli e impauriti. Queste tipologie di uomini esistono, ovviamente.

Ma io volevo parlare di uomini un po’ diversi, più complessi, mettere in luce le loro ambiguità e le loro aspirazioni. Per esempio: il protagonista coltiva comunque degli ideali, si propone di dare il suo contributo, anche se piccolo al miglioramento delle cose, attraverso il suo lavoro di giornalista. Ma al tempo stesso, è un uomo capace di mentire e di tradire persino gli amici, soprattutto se c’è di messo una donna. In generale, mi interessano i chiaroscuri, le sfaccettature, i non-detti che generano sensi di colpa e a volte condizionano le esistenze delle persone per tutta la vita.»


Se potesse scegliere uno o più libri capaci di descrivere il mondo intorno a noi, quali sceglierebbe e perché?

«Questa è una domanda davvero difficile. Facciamo così: le dico alcuni titoli di autori non proprio contemporanei. “L’educazione sentimentale” di Flaubert e “Al faro” di Woolf, perché mi sembra descrivano in maniera elegante e ancora attuale il confronto fra sogni e realtà; “Viaggio al termine della notte” di Céline, perché sparge alcol puro sulle ferite aperte dal XX secolo; “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera per la sua attualità, ma anche, tornando a quello che dicevamo all’inizio, per il suo saper coniugare velocità (della narrazione, che non si perde mai in particolari superflui) e profondità (dei temi trattati).»


Progetti per il futuro?

«Vorrei soltanto far funzionare questo BnB, scrivere ancora, trovare delle collaborazioni giornalistiche complementari. E soprattutto, continuare a dimostrare affetto alle persone a cui voglio bene.»


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